Come funziona un impianto idrico sanitario?

Pensiamo a un sistema di tubi, reti e componenti che costituisce le arterie di ogni edificio: l’impianto idrico sanitario trasporta e distribuisce l’acqua per uso sanitario, ovvero l’acqua che usiamo tutti i giorni in cucina o in bagno.

Per capire al meglio il suo funzionamento, è utile soffermarsi sul percorso dell’acqua, l’elemento che lo alimenta e ne costituisce la “linfa vitale”. L’impianto preleva l’acqua dall’acquedotto della rete pubblica, la trasporta fino al punto di erogazione nelle abitazioni, o nell’edificio, e ne permette il deflusso una volta che è stata utilizzata.
L’acqua di un impianto idrico sanitario viene definita sanitaria e può essere calda o fredda. Un generatore produce l’Acqua Calda Sanitaria, abbreviata anche con l’acronimo ACS. Il generatore in questione riceve l’acqua dalla rete pubblica, la riscalda e la immette in circolo nell’impianto idrico.
L’acqua fredda non subisce il trattamento dell’acqua calda: viene prelevata dalla rete pubblica e trasportata direttamente verso i terminali, ossia i dispositivi di erogazione degli apparecchi (i comuni rubinetti).

Seguire il percorso dell’acqua ci permette di descrivere come funziona l’impianto idrico sanitario, sappiamo che si divide in due parti: una parte fluisce nella rete di distribuzione dell’acqua fredda e quindi ai terminali; l’altra parte viene confluita verso il generatore di acqua calda sanitaria per alimentare il circolo delle tubazioni riservate all’acqua calda, per poi rifluire anch’essa verso i terminali.

Quali sono i componenti dell'impianto idrico sanitario

Questo sistema, come quello di riscaldamento, può essere centralizzato o autonomo. Nella maggior parte dei casi, la fonte di approvvigionamento d’acqua per gli edifici come un condominio è l’acquedotto della rete pubblica: il percorso dell’acqua sanitaria inizia sempre da lì e procede attraverso il contatore, le reti di distribuzione fino ai terminali.

1. IL CONTATORE
È il primo elemento attraverso cui fluisce l’acqua proveniente dalla rete pubblica. Per quantificare l’acqua che viene convogliata nel sistema idrico dell’edificio, il contatore contiene degli indicatori che rilevano l’entità del flusso.

2. IL RUBINETTO GENERALE
Attraverso il rubinetto generale si può regolare il flusso dell’acqua nell’impianto e se necessario, interrompere l’alimentazione ad esempio quando c’è un guasto alle tubature, quando c’è una perdita o è in corso un intervento di manutenzione. Al giorno d’oggi è frequente progettare impianti in cui ogni ambiente sia dotato di un suo rubinetto: in questo modo è possibile interrompere l’alimentazione d’acqua solo dove è necessario.

3. LA RETE DI DISTRIBUZIONE, LE TUBAZIONI E I TERMINALI
La rete di distribuzione dell’impianto idrico sanitario è composta da tipologie differenti di tubazioni ed elementi:

- tubi orizzontali di distribuzione;

colonne montanti verticali;

tubi distributori (ai piani e ai vari dispositivi);

-  valvole d’intercettazione (per isolare alcune porzioni della rete).

Dalle tubazioni poste alla base dell’edificio (negli scantinati o al piano terra), l’acqua si canalizza attraverso delle tubazioni verticali per poi arrivare ai piani o agli ambienti. Questo processo avviene tramite le tubazioni orizzontali dei rispettivi interni, verso i vari apparecchi sanitari (lavabo, vasca, doccia, ecc.) e i rispettivi dispositivi di erogazione, ovvero i terminali della rete di distribuzione.

4. IL SIFONE
La funzione del sifone è di far refluire e scaricare l’acqua erogata dai terminali del bagno o della cucina. Il sifone può essere con il classico tubo a S o a U posto in corrispondenza dei vari terminali: grazie alla sua tipica struttura l’acqua di scarico refluisce attraverso tubazioni separate. Il sifone evita che si crei il reflusso di acque o si avvertano esalazioni provenienti dagli scarichi.
Comprende anche una serie di componenti che contribuiscono a migliorare le prestazioni dell’impianto (come pressostati, termostati, ecc.) e ulteriori elementi (come curve, raccordi a TEE, o collettori) che suddividono la rete di distribuzione e adeguano la direzione dei tubi in modo che l’acqua raggiunga tutti i terminali da alimentare. I terminali, spesso, sono dotati di filtri che eliminano le impurità accumulate dall’acqua lungo il percorso all’interno della rete.

5. L’AUTOCLAVE
Per le utenze situate ai piani superiori, soprattutto quelli molto alti, può essere utile installare un’autoclave per facilitare la spinta dell’acqua fino alle altezze maggiori. L’autoclave non è altro che una sorta di grande vasca in cui viene immagazzinata l’acqua. Grazie all’azione di un’elettropompa di sopraelevazione l’acqua dell’autoclave viene convogliata nelle tubazioni per raggiungere anche le abitazioni ai piani più alti.